Teatro
giovedì 15 febbraio, ore 21
Elena

da Omero, Euripide, Seferis, Ritsos
con Elisabetta Pozzi
regia di Andrea Chiodi

Chi non è rimasto affascinato dalla figura di Elena, una delle più belle donne dell’antichità? Per lei si scatenò a Troia una sanguinosa guerra durata dieci anni. Eppure un’altra Elena si scopre ai nostri occhi nel monologo lirico che il poeta Ghiannis Ritsos compose nel 1970. Lontana dagli stereotipi, è una donna del presente a noi più vicino, che valuta la propria esistenza, seppur eccezionale! La versione del mito che Ritsos ci offre è un ribaltamento dell’immagine di Elena che la tradizione letteraria ci ha donato. Fa a meno della bellezza effimera; la sua bellezza adesso è ben altra, quella dell’esperienza. L’esperienza di una vita vissuta all’insegna dell’amo­re, tra le braccia forti dei vari amanti trepidanti per lei. Questa Elena è una donna del presente, quasi un’amica che tra un bicchiere di whisky e una sigaretta si confida ad un soldato o al fantasma di un amante. Senza più ritegno offre di sé un ritratto assai impietoso non vergognandosi di presentare nella sua vecchia abitazione fatiscente quel degrado e senso di vuoto che ora la circonda, oramai derisa anche da ancelle irriverenti che le fanno dispetti. Eppure la vecchia Elena di Elisabetta Pozzi oltre a regalare memorie, ri­flessioni, immagini che il tempo non scalfisce, offre al suo pubblico il fascino eterno di chi ha acceso i cuori degli eroi, rendendo per questo anche lei un’eroina immortale. Recita con la classe della grande attrice, al colmo della maturità espressiva.